In Normandia le spiagge e il mare vivono di respiri e sussurri di gente lontana. Di gente venuta dal nord su navi vichinghe. Di gente arrivata dall'altra parte dello stretto della Manica per liberare un continente. Il mare detta i ritmi della vita: tutto si svolge seguendo le maree. Tutto ha odore di sale.
Samuel ha vissuto questo viaggio come una scoperta di tutto ciò che riguarda il mare: ha corso sulla sabbia, ha raccolto sassolini e conchiglie, ha visto le maree, ha scoperto le barche, ha inseguito ovunque i gabbiani per dargli da mangiare. Per noi, è stato un altro viaggio: abbiamo camminato su luoghi intrisi di storia, percorrendo le tappe dello sbarco.
Ma la Normandia è anche entroterra. E allora Samuel si è divertito a vedere le mucche, le pecore e i cavalli, e ha giocato con i bimbi delle famiglie che ci ospitavano nelle bellissime Chambres d'Hotes. Ci siamo immersi nell'aria romantica di Saint Malò, abbiamo trattenuto il fiato di fronte a Mont Saint Michel.
Sulle orme della storia
Uno dei punti principali del nostro viaggio era immergerci completamente in un periodo storico che sia io che mio marito (entrambi patiti di storia) adoriamo: la Seconda guerra mondiale.
Nella nostra mappa abbiamo cerchiato le spiagge dello sbarco, la prima cittadina liberata dagli americani e il famoso ponte sul fiume Merderet.
Omaha Beach |
Lo sbarco avvenne sulle spiagge della Normandia all'alba di martedì 6 giugno 1944. Tra le spiagge, quella più tristemente famosa (poichè fece più morti) è la spiaggia di Omaha. I tedeschi avevano piazzato proprio su quella spiaggia alcune unità della 352ª Divisione tedesca, che era formata dai soldati meglio addestrati presenti nello schieramento tedesco sulle coste della Normandia. Così appena la prima ondata di fanti americani mise piede a terra venne travolta dal fuoco nemico. La divisione, al calar della sera, aveva perso oltre 3.000 uomini.
Cimitero americano |
Un'altra tappa che vi consiglio, perchè catapulta davvero nell'inferno che dovette essere la guerra, è Point du Hoc, sempre su Omaha Beach: qui 225 rangers scalarono le falesie con delle corde, sotto il fuoco nemico, e in ben 135 perirono. Le sue colline sono devastate dai crateri delle bombe, intorno alle casematte: vi assicuro che la cosa mette i brividi, perchè si tratta di crateri larghi e profondi metri che ben rendono l'idea di cosa provocasse lo scoppio di una bomba.
Ultima tappa della parte storica della nostra vacanza è stata Utha Beach, dove abbiamo visitato Saint Mère Eglise, che fu uno dei primi villaggi a essere raggiunto dai paracadutisti americani: sul campanile è appeso un manichino con un paracadute, che ricorda la storia di John Steele, rimasto impigliato sul campanile e fintosi morto per due ore per non essere ucciso dai tedeschi. Infine, ci siamo fermati sul ponte del fiume Merderet, noto ai più grazie al film di Spielberg Salvate il soldato Ryan.
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