mercoledì 12 settembre 2012

L'inserimento all'asilo: dalla parte dei bambini.

Questo post nasce come risposta a un articolo di Monica Ricci Sargentini pubblicato dal Corriere, che potete trovare qui, di cui sono venuta a conoscenza grazie ad alcuni utenti del forum di Ntis.
Per sintetizzare, l'articolo sostiene che i bamboccioni nascano dall'inserimento all'italiana, catalogato senza mezzi termini come: "un percorso a ostacoli, una specie di incubo kafkiano".
Io credo sia riduttivo usare termini tanto dispregiativi per una cosa che, di fatto, è mirata solo al benessere del bambino e a limitare i danni che un distacco improvviso potrebbe provocare loro.
Credo che questo articolo parta da molte premesse sbagliate.Vi riporterò in calce alcuni pezzi che desidero commentare.
"...ci lamentiamo dei bamboccioni che a trent’anni stanno ancora a casa con i genitori! Ma se glielo abbiamo insegnato noi tra mille premure, paure, apprensioni supportate dalla psicologia da salotto che è tanto in voga".

Inannzi tutto, nell'articolo non si considera il bambino come persona avente una propria individualità. Ogni bambino ha una sua personalità: esistono bambini estroversi e bambini introversi. Bambini che hanno un forte attaccamento alla madre (ricordo, per chi non lo sapesse, che dai 6 mesi ai 3 anni compare la protesta alla separazione e la paura dell'estraneo, che nulla ha a che vedere con l'essere dei bamboccioni). Insomma, ci sono bambini che hanno bisogno di un inserimento lampo (per loro fortuna) e altri che hanno bisogno di un inserimento più lungo, dolce, che non provochi loro traumi. E questo non perchè ci ostiniamo a trattare i nostri figli come porcellana (come viene specificato nell'articolo), ma perchè siamo attenti alla loro psicologia, ci preme il loro benessere, il che non equivale a trasmettere loro ansie o paure. Inoltre trovo riduttivo, come molti altri utenti, bollare una generazione come "bamboccioni": forse ci si dimentica che la maggioranza dei giovani non ha un posto fisso o, peggio ancora, non ha lavoro grazie a dinamiche economiche che nulla hanno a che fare con la scarsa voglia di lavorare o di restare a vivere con mamma e papà.

"In altre parti del mondo non è così. L’inserimento non esiste. "

L'articolo veicola informazioni incomplete e false: come hanno risposto alcuni utenti, anche in altri paesi si fa l'inserimento. Addirittura in Svezia (sempre attenta ai temi dell'infanzia) è previsto un congedo parentale per quelle due settimane fatidiche. La stessa cosa si fa in Austria, in Germania o negli Stati Uniti. Inoltre: se per una volta una cosa nel nostro paese funziona, ed è volta al benessere dei piccoli, perchè demonizzarla solo perchè all'estero (in alcuni paesi per altro non citati) si fa diversamente?

"Non capiamo che il regalo più grande che possiamo fargli è l’indipendenza, la capacità di camminare con le proprie gambe, di non temere gli altri."

Un altro concetto che credo sia molto confuso nell'articolo riguarda l'indipendenza. Ebbene, non c'è bisogno di scomodare la Montessori per dire che per indipendenza e libertà del bambino si intendeno tutt'altra cosa che lasciarlo in un nido fin dal primo giorno, catapultato in una nuova esperienza, lontano da quelli che finora sono stati i suoi riferimenti, solo perchè possano crescere meno mammoni e più scafati. L'indipendenza è una conquista che parte dalla consapevoelzza che mamma e papà ci sono, che ci supportano. Allora davvero si creano le basi della libertà e dell'autostima.
Io ho la fortuna di poter avere ancora per un anno a casa il mio bimbo e vi assicuro che non per questo lui è meno autonomo: anzi, l'indipendenza gli viene insegnata passo dopo passo, nella vita di ogni giorno.

Che dire, il prossimo anno toccherà anche a Sam, e io sarò felice di poterlo seguire per quelle due settimane. Non mi mostrerò apprensiva (ecco, quello è importante, farsi vedere serene) ma seguirò i suoi bisogni e le sue attitudini, sempre attenta a quello che per lui è meglio (e non meglio per me).
E con questo è tutto. Sarei lieta se poteste dirmi come la pensate voi a riguardo! A presto!

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